Vestigia dell'ex casa chiusa La Suprema.
"La Suprema" era la casa chiusa più elegante di tutti i Quartieri Spagnoli. Centrata era situata dove sono le cucine dell'attuale Pizzeria Brandi. Oggi è possibile visitare i locali dell'ex casa di piacere chiedendo ospitalità al Chiaja Hotel de Charme, con ingresso al numero 216 di via Chiaia. La sua chiusura il
20 settembre 1958, con l'entrata in vigore della legge Merlin, provocò un grande dispiacere ai molti avventori, fra i quali lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo che scrisse: "Il giorno prima a Napoli San Gennaro non aveva fatto il miracolo"... forse per protestare contro questa ingiustizia! Da allora il locale fu completamente abbandonato. Ma ben presto il destino tornò ad occuparsi della Suprema. Qualche anno fa un imprenditore decise di trasformare un grande appartamento per farne un elegante hotel. Poco dopo, egli venne a sapere che il locale adiacente sarebbe stato venduto all'asta, un'occasione preziosa per aumentare il numero delle camere. Così riuscì ad acquistarlo, scoprendo che proprio lì cera l'antica casa chiusa. Visto il valore storico, gli ambienti sono stati finemente restaurati nei colori dell'epoca. Il personale dell'hotel vi accompagnerà lungo un corridoio in cui, improvvisamente, passerete dai colori tenui al rosso fuoco. All'entrata sono ancora conservati il tariffario, lo specchio, un piccolo mobile e persino il bidet dove le prostitute lavavano i clienti (nella prima metà del ‘900 le malattie veneree erano molto diffuse e temute). Anche l'insegna, ben restaurata, è quella originale. Le stanze sono una decina, tutte arredate con parati che richiamano le tinte accese dell'epoca; tra queste una è rivestita interamente d'un rosso molto intenso. Ogni stanza rievoca il nome d'arte di una prostituta: Mimi d' 'o Vesuvio, alias l'antifascista Gelsomina, Anastasia 'a friulana, Dorina di Sorrento.
All'inizio del corridoio, sulla sinistra, un piccolo ponte collega due terrazzini paralleli che una volta davano sul cortile; da lì le ragazze si mostravano in tutto il loro splendore e i clienti, giù nell'atrio, facevano la loro scelta. Nello stesso corridoio è possibile ammirare anche una bella vetrata liberty degli anni ‘30, anch'essa restaurata. Un piccolo pianerottolo ospita le ultime stanze, da
esso parte una scala che porta all'attuale uscita di sicurezza dell'hotel, una volta entrata riservata ai "vip" che non volevano farsi notare.